Ad ogni incontro devi esprimere i tuoi pensieri sul film proposto editando questa pagina e scrivendo nello spazio sotto a ciascuna domanda
"I medici sanno parlare ma non sanno ascoltare" c'è un evidente problema di comunicazione, credo sia gran parte in questa frase di Nanni Moretti l'essenza dell'epiodio del film Caro Diario. Come si può curare senza prima aver compreso le esigenze, le paure e le aspettative della persona che si ha avanti? Il rapporto medico-paziente è prima di ogni altra cosa un rapporto tra due persone. Ed è questo l'aspetto che manca nel rapporto tra Nanni Moretti e i medici che lo visitano, lui vive un disagio dato dalla sua malattia e che viene ulteriormente acutizzato dall'approccio che i medici hanno durante le visite, dove non riceve mai spiegazioni chiare e tutte le volte si trova ad uscire dallo studio solo con un foglio (ricetta) pieno di parole incomprensibili (farmaci). I medici devono curare i malati e non le malattie
E' necessaria umiltà da parte del medico, nel film appare chiaramente come ogni medico che visita Nanni Moretti, si dimostra sicuro della propria posizione e delle proprie conoscenze, è il dubbio che manca! C'è ovviamente un margine di sana ragionevolezza entro il quale il dubbio può essere superato o trascurato.
Anche un approccio interdisciplinare è indispensabile per minimizzare i rischi di un errata diagnosi , è evidente che ciascun specialista non può considerare i sintomi della patologia riportata come unicamente relativi alla propria specializzazione, in questo senso può essere fondamentale un lavoro di equipe che curi anche l'appropriata comunicazione con il paziente.
Interessante constatare nel film ( e nella realtà) come un evento Negativo ( malattia del Chirurgo), possa indurre un cambiamento Postivo nella persona che l'ha vissuto e più in generale delle persone che gli sono intorno (Aquisizione di un rapporto umano del Chirurgo con i propri pazienti). Il protagonista, prima della sua malattia aveva un approccio egoistico e egocentico con i pazienti che aveva in cura, quando si trova a dover combattere contro un tumore, viene portato dagli eventi che vive (la coda per la chemio, le sale d'aspetto degli ambulatori, medici che considerano poco l'aspetto umano del paziente, ecc...) a una riflessione, nella quale si rende conto che il metodo che utilizzava nella cura dei suoi pazienti era del tutto inadeguato alle aspettative e alle esigenze che loro avevano!
Il "mettersi nei panni" delle persone che si ha di fronte, è l'aspetto che reputo più interessate dopo la visione del Film, ogni persona che un medico ha di fronte a se, è per prima cosa una persona in difficoltà.
A questa difficolà che nasce ovviamente dall'essere "portatore" di una malattia,alla quale vanno aggiunte le esperienze personali che ognuno fa nel corso della propria vita, che sono sempre divese da tutte quelle degli altri e che hanno un ruolo importante nel rapporto Medico-Paziente.
Il rapporto umano deve partire proprio dal capire le esigenze e le aspettative che il paziente che si ha davanti ha in relazione al percorso di cura che dovrà affrontare.
Anche un gesto rassicurante può significare molto per il malato!
Il Film è incentrato non sul medico in sè, ma sul rapporto che Arturo (neuropsichiatra infantile) riesce a instaurare con Pippi, la piccola paziente che ha di fronte e che soffre di crisi eplettiche. Pippi si presenta nel reparto nel quale Arturo lavora dopo una nuova crisi epilettica, e qua trova una seconda famiglia.
Molto bello è il rapporto che si instaura tra loro, infatti Arturo prevede per Pippi un percorso di psicoanalisi nel quale scopre che il problema di Pippi era dato da un disagio che viveva in famiglia e nel quale il medico riesce ad avere la fiducia di Pippi riuscendo a curarla!
Sono rimasto colpito da un aspetto sul quale non avevo mai posto la mia attenzione...
Arturo, nel curare la piccola ragazzina cura anche se stesso. Infatti lui proviene da una situazione di disagio personale dato anche dalla separazione con la moglie.
Emblematico il fatto che Arturo-medico(persona che deve curare gli altri), curi Pippi (persona che deve essere curata), e come il suo curare Pippi sia una cura per i suoi problemi personali.
Emerge anche un aspetto negativo di Arturo, che in un occasione si dimostra presuntuoso, facendo spostare una bambina dal reparto di Neurologia al reparto di Psichiatria non tenendo in considerazione la necessità della bambina di ricevere cure di tipo neurologico.
E' un film duro, che parla di Vivian, docente universitaria di letteratura inglese alla quale viene diagnosticato un tumore all'ovaio che di fatto la rende una malata terminale.
Affronta le cure che i medici le propongono senza fare tante domande. Inizialmente mantiene la sua "autorità" (si dimostra forte e indipendente accettando senza problemi una cura sperimentale da parte di medici, che gli somministrano dosi elevate di farmaci) anche di fronte a qualcosa di più "grande" di lei, per poi cedere e diventare di colpo una persona umana con tutte le paure del caso!
Il film fa senza dubbio riflettere sull'aspetto umano dei medici che curano Vivan, per i quali lei diventa quasi una Cavia, alla quale poter fare terapie "sperimentali" senza tenere conto delle sue reali condizioni, usandola solamente come fonte di informazioni sull'efficacia della cura che le stavano facendo.
Non tengono conto di aspetti psicologici importanti per i pazienti oncologici come la perdita dei capelli (sopratutto per una donna) cercando nelle visite solamente segni di miglioramento o peggioramento da poter relazionare alle cure sperimentali a cui veniva sottoposta.
Il Film è tratto da una storia vera ed è molto interessante sotto il profilo umano più che medico.
I Due protagonisti sono due uomini sostanzialemente diversi tra loro i quali hanno un obbiettivo che gli accomuna, Vogliono entrambe rendere migliore la vita di chi soffre. Dedicano "anima e corpo" alla ricerca, e per portare avanti i loro obbiettivi talvolta mettono in secondo piano la loro vita sociale e la loro famiglia.
Un altro aspetto interessante è il tema della discriminazione raziale.
Da questo Film emerge l'importanza della dedizione al proprio lavoro, dell'umiltà e della determinazione che un medico dovrebbe avere. Bello il messaggio "non demoralizzarti al primo ostacolo" che viene interpretato nel Film da Vivien THomas un uomo di colore con il sogno di diventare medico.
Si trovano di fronte a un idea innovativa l'idea di operare al cuore i bambini cianotici che viene vista dalla comunitò medica come una via non percorribile. Il loro impegno da i frutti sperati e l'innovativa tecnica chirurgica permetterà di salvare moltissime vite!
Il Film credo tocchi uno dei punti più duri della professione medica, l'avere a che fare con un bambino malato di AdrenoLeucoDistrofia. Molto Bella la reazione dei genitori alla malattia del loro figlio, che pur non avendo conoscenze specifiche in ambito medico si dedicano allo studio e alla ricerca di una probabile soluzione a questa malattia, coinvolgono altri genitori che si trovano nelle loro stesse condizioni, tutti i medici che si occupano di ALD e di qualsiasi altra cosa vicina all' ALD.
Tutti gli sforzi dei genitori, vengono poi premiati, infatti riescono a trovare una plausibile cura seppur sperimentale.
La prima riflessione che mi sento di fare è sull'atteggiamento che i medici e i ricercatori hanno nei confornti di patologie molto rare come quella di cui è affetto il bambino di sei anni del film. Sembrano essere poco motivati nella ricerca di nuove cure per poter guarire o almeno megliorare la vita del bambino, probabilmente a causa della bassa quantità di persone affette (quindi di un potenziale beneficio per "pochi" ) e di un ritorno economico che non giustificherebbe le spese. Questo aspetto è interessante perchè ci pone davanti a un "bivio". Certamente è giusto fare ricerche per malattie comuni che potrebbero portare alla guarigione di moltissime persone, ma dovrebbe essere maggiormente preso in cosiderazione anche l'aspetto di ricerca per quanto riguarda le malattie rare, dal momento che le persone affette già sono state sfortunate ad avere la malattia rara e forse meriterebbero più attenzioni.
Mi è piaciuta l'idea di chiudere la serie del cineforum con Patch Adams. Il protagonista non è un medico "convenzionale" che basa le proprie cure su evidenze puramente scientifiche... o meglio non solo su quelle!
Utilizza la risoterapia una tecnica "innovativa" che contribuisce a migliorare le condizioni generali del paziente, in particolare sotto il profilo psicologico. Come dire... con il sorriso si affronta meglio la vita!
Nel film è evidente il contrasto tra due idee di medico completamente opposte. Da una parte Patch il medico della Risoterapia, che dedica molte energia al rapporto umano con i propri pazienti, oltre a curare il corpo lui cura lo "spirito". Dall'altra parte abbiamo i medici "tradizionali" legati troppo spesso al vecchio e poco aperti ad accettare idee innovative e geniali, che ostacolano il protagonista cercando di appellarsi a le cose che fino a quel momento erano considerte giuste...