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Curro' Francesco

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Saved by francicu
on November 30, 2010 at 3:20:44 pm
 

PORTFOLIO

Ad ogni incontro devi esprimere i tuoi pensieri sul film proposto editando questa pagina e scrivendo nello spazio sotto a ciascuna domanda

 


12 ottobre 2010: CARO DIARIO di Nanni Moretti, Italia 1993 (IV episodio: Medici) 30'

 

Che ti senti di dire dopo aver visto questo film?

Devo ammettere in primis che l'idea della visione di questo (e dei successivi film) mi pare un'ottima idea, a scopo didascalico, personalmente più funzionale ed utile che il tirocio in ospedale.

Devo ammettere che mi sono impersonificato molto nel personaggio interpretato da Nanni Moretti, il paziente errante in balia dei medici sembra quasi un cliché frequente nei racconti di amici e parenti: correndo da uno o l'altro specialista non si arriva mai ad una conclusione ed ad una (auspicata) fine della malattia. Nel film il tutto viene reso magistralmente attraverso la ripresa delle code in ambulatorio, le interminabili attese nel traffico cittadino ma ancora più d'effetto risulta il recidivo perseguitare dei tormenti scaturiti dalla malattia: il povero personaggio si trova a trascorrere un numero, ingiustamente grande, di notti insonni grattandosi, sfregandosi inutilmente la cute nel tentativo di un minimo di sollievo.

A completare l'opera si pone quell'atteggiamento, giustificatamente sarcastico, nei confronti dei medici e delle loro prescrizioni: Moretti, autoironicamente, si compiace dell'inutilità e dell'inefficacia delle numerose medicine che è costretto a prendere, e tanto più per esse ha dovuto faticare (prima il dipartimento dermatologico privato, poi il principe dei dermatologi per poi passare ad amicizie e conoscenze..) tanto più si "rallegra" di aver cercato invano. Si nota bene la disperazione che si fa crescente in lui, fin dopo le prime delusioni, e la situazione di stress crescente che gli porta il perseguire di quello stato. Mi ha colpito molto questo particolare perchè attualmente (e per problemi molto meno gravi, fortunatamente) mi trovo nella stessa condizione: ho un calazio e, come il protagonista, mi sono ritrovato in prima persona a dovermi sorbire un paio di medicinali (non nascondo che aver assistito alla scena in prima persona mi ha fatto sorridere, soprattutto ricordando la scena in cui Moretti si alza e il medico continua a scrivere..) e sto tuttora attendendo il risultato, a quanto pare miracoloso, di questi ultimi. 

Personalmente ritengo la scelta del film molto funzionale sia all'introduzione della serie di proiezioni che per portare questi dettagli, spesso non considerati da parte di quelli che un giorno diventeremo; penso che servirà a tutti a diventare "medici migliori".

 

 

 

La visione del film che riflessioni ha indotto sulla tua idea della professione medica?

Mi ha colpito molto, dato che era abbastanza esasperato, il modo di fare dei medici "colpiti" dal film: la ricerca sistematica di cure nei medicinali ed fare istintivo che preclude l'ascolto. Tutti i medici, in virtù della loro specializzazione, consideravano il problema come per forza asserente alla loro branca, senza domandarsi se esistessero strade alternative e soprattutto senza sfruttare il paziente, non solo come un malato, ma come fonte di notizie per essere curato; è paradossalmente vero come il tutto rispecchi la realtà attuale, dove, proprio per queste sottigliezze, le persone continuano a soffrire per errori evitabili.

Ritengo gli aspetti trattati dal film come focali nel processo di "costruzione" della nostra carriera medica (e per che non di quella dei medici attuali!!!)

quindi ho un giudizio nettamente positivo dell'introduzione di questo "tirocinio" all'interno del corso di laurea.

 

 

 

Allega tutte le integrazioni che vuoi (articoli di giornale, riferimenti a film, documentari o video, citazioni da libri, poesie, immagini, siti web, ecc.)

cit: Una cosa però l'ho imparata da tutta questa vicenda. No, anzi: due. La prima è che i medici sanno parlare, però non sanno ascoltare; e ora sono circondato da tutte le medicine inutili che ho preso nel corso di un anno. La seconda cosa che ho imparato è che la mattina, prima della colazione, fa bene bere un bicchiere d'acqua. (Nanni Moretti

http://www.youtube.com/watch?v=j-l-UJusvwQ

 


19 ottobre 2010: UN MEDICO UN UOMO di Randa Haines, USA 1991, 124'

 

Che ti senti di dire dopo aver visto questo film?

Ho apprezzato molto il percorso interiore che si trova ad affrontare il protagonista del film (Jack McKee): prima chirurgo spregiudicato, pieno di sè, assorbito dal prestigio e dai vantaggi della propria professione, trascura moglie e figlio quando si trova ad dover impersonificare le vesti del paziente si trova completamente trasportato in un modo dove non conta, il suo mondo dove non ha più potere, non ha capacità decisionale. Si trova a scontrarsi con procedimenti burocratici fin troppo macchinosi, personale ospedaliero dall'atteggiamento scontroso, code d'attesa, ritardi, tutte cose a cui non era abituato.

Qui si ha il cambiamento: grazie alla conoscenza di June Ellis, donna dalla grande forza morale, che gli fa capire l'importanza dell'aprirsi con gli altri, delle parole di conforto e della speranza, tanto è che il protagonista non si fa operare dall'otorino, rigida e fredda, ma da un collega che ha spesso snobbato ma in cui confida ciecamente.

Trovo che il film incarni magistralmente il senso che l'attività vuole trasmettere (almeno per come l'ho percepita io!) in quanto mette a nudo un atteggiamento che, a detta dei medici stessi, si trova spesso nell'ospedale: la freddezza e il recidere legami col malato, cosa che al termine del film viene completamente ribaltata (si ricordi la scena in cui il protagonista mette i suoi specializzandi in condizione di pazienti) e che dà un enorme impatto psicologico.

 

La visione del film che riflessioni ha indotto sulla tua idea della professione medica?

La visione del film mi ha portato a riflettere sulla figura del chirurgo: così, ancora da "esterno" ho qualche dubbio sulla reale possibilità che abbia il chirurgo di stabilire legami col paziente, certamente durante l'atto operatorio ci sono giustissime motivazioni per cui non vi debbano essere distrazioni, tuttavia ritengo giustissimo il commento fatto durante il dibattito riguardo al fatto che (come tra l'altro alcuni chirurghi fanno) uno personalmente si può prendere l'impegno, anche fuori dall'orario di lavoro, di visitare i propri pazienti.

Si tratta di una riflessione in sè semplice, ma evidentemente non così scontata, altrimenti non ci avrebbero fatto un film!

 

 

 

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http://www.youtube.com/watch?v=Msgis8wPUmQ

 


16 novembre 2010: IL GRANDE COCOMERO di Francesca Archibugi, Italia 1993, 96'

 

Che ti senti di dire dopo aver visto questo film?

 

 

 

La visione del film che riflessioni ha indotto sulla tua idea della professione medica?

 

 

 

 

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30 novembre 2010: LA FORZA DELLA MENTE di Mike Nichols, USA 2001, 99'

 

Che ti senti di dire dopo aver visto questo film?

 

 

 

 

La visione del film che riflessioni ha indotto sulla tua idea della professione medica?

 

 

 

 

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