Prima di provare a delineare un "progetto finale" mi piacerebbe sentire le voci degli studenti. Sì perchè prima di tutto gli insegnanti devono imparare ad ascoltare le voci dei loro studenti, prima di applicare metodi, prima di pensare a delle teorie, prima di pianificare strategie. Per me l' obiettivo non era incorporare i principi connettivisti al mio piano e sviluppo dell'insegnamento, bensì l'opposto, in un qualche modo. In otto anni di attività, sono passato attraverso una serie di passi ascoltando costantemente gli studenti, così come un timoniere segue attentamente i venti sulla sua nave. Poi mi sono trovato in un posto nuovo. Era piuttosto piacevole ma non sarei in grado di descriverlo se non in modo un pò confuso.
Nel frattempo ho sentito alcune persone parlare di un posto che mi sembrava molto familiare, chiamandolo Connettivismo. Ecco, non sono completamente sicuro che stiamo parlando della stessa cosa ma comunque i due posti non dovrebbero essere molto differenti fra loro. Tornando agli studenti, quelli del semestre in corso stanno ancora lavorando. Perciò vi lascio sentire le voci dell'anno scorso. Sono collezionati in una pagina ( page ) del mio aggregatore di feed ma abbiamo preparato una traduzione di alcuni esempi di essi :
esprimere in santa pace e averci fatto allontanare da quella quotidianità che sono ormai
diventati gli esami, tantissime pagine da studiare a memoria di cui ci resta ben poco dopo aver
preso il nostro voto.....per questo esame le assicuro che la cosa sarà molto diversa!!!!!».
(da il blog d’Andrea) «Per prima cosa vorrei dire che io rientravo in quel famoso 10% di
persone che avevano il terrore solo nel premere il tasto “accensione” e adesso posso
sinceramente dire di non essere diventato un genio dell’informatica ma avere almeno appreso
gli strumenti basilari per condurre in modo piacevole e meno stressante il rapporto col computer
e Internet»
comunque c'azzecca molto!) ma perchè la mentalità che c'è dietro al web 2.0 rientra in quella
che secondo me dovrebbe essere la formazione umana alla professione medica...».
completamente diverso da quello che finora mi ero ritrovata ad affrontare. E dire che io, con il
mio lavoro, dovrei esserci abituata alle innovazioni... Eppure, quando il prof ha detto: “Okay
ragazzi, fate un blog!”, la prima cosa che ho pensato è stata: “Okay prof, prima però passi sul
mio cadavere”... E così, nonostante tutto, l’ho fatto: ho aperto un blog... E per la prima volta non
mi sono sentita una macchinetta che ripete a catena, ma una persona. In un oceano di libri, una
volta tanto, ho trovato una goccia di splendore».
possibilità di interagire con gli altri studenti e con il professore stesso fuori dall’ambito
universitario... Il corso di informatica infatti è andato ben oltre l’ambito universitario : si è parlato
dell’uso del linguaggio, del rapporto tra studenti e professori, del rapporto medico-paziente...».
sè, è spesso positiva...anche perchè se questo metodo fosse esteso a più materie credo che la
mia euforia sarebbe sempre la stessa e non svanirebbe una volta svanito il fresco stupore della
novità...»
dell'insegnamento che tira fuori! Prima lezione di informatica: tante cose dette e subito la prima
che suona strana e assolutamente stupenda alle orecchie degli studenti:"non si terranno lezioni
regolari (cioè aula, alunni seduti,docente che parla ininterrottamente di cose molto spesso
incomprensibili,fiumi di appunti,di firme di frequenza, ma anche di sbadigli e ogni tanto noia!!),
ma il docente sarà sempre disponibile durante l'orario in aula informatica per qualsiasi aiuto,
chiarimento.. e per una chiacchierata su qualsiasi altro argomento!!!»
Partiamo dal principio. Devo dire che quando il prof ci ha proposto questo modalità di esame
attraverso il blog sono rimasta sul momento un po’ spiazzata. Intanto perché comunque si tratta
di un tipo di lavoro che uno può farsi fare da qualcun altro molto esperto, poi perchè prevedeva
la totale assenza del prof per la durata della cosa. Ho trovato tutto piuttosto strano... Poi, data la
mia inesperienza, ho visto profilarsi di fronte alla mia strada difficoltà su difficoltà da affrontare
senza alcuna guida. Il dubbio se affrontare la sfida o rifugiarsi nel semplice e rassicurante
esame tradizionale è stato forte... ma il bisogno di trasgressione lo è stato di più. Niente libri per
una volta... niente appello... niente esame... niente stress quel giorno preciso in cui non dai mai
quanto potresti. E allora mi ci sono buttata. [...] Il bilancio è decisamente positivo. Forse una
pecca: la presenza del prof... un po’ troppo evanescente...»
metodo migliore perché sia il più possibile comprensibile allo studente, e non un puro giochetto
accademico autoreferenziale, come troppo spesso succede (e poi i risultati sono quelli che
sono...). Questo corso è stato veramente uno schiaffo all’indifferenza, al nepotismo, al
favoritismo e a tutto il marcio che esiste nell’istruzione universitaria italiana. Ho fede che tutto
non si dissolva in una bolla di sapone, con la stessa velocità con cui questa avventura è
maturata».
lasciato questo corso di informatica? Per prima cosa che i professori universitari, non sono tutti
seri, non per forza portano la cravatta e parlano o richiedono un linguaggio appropriato
(ovviamente sempre nei limiti), poi mi ha dimostrato che non sempre il professore si comporta
come se fosse un gradino superiore a quello del ragazzo, anzi ci si può trattare alla pari ed
imparare l'uno dall'altro senza bisogno di offendere....».
fortemente scarna di ideologie, ma incredibilmente ricca di idee. Capite la differenza? Ritengo
che l'idea di base sia quella che emerge manifesta nell'essenza stessa del concetto di blog, di
pagina wiki e di twitter: comunicazione, scambio, collaborazione, elaborazione. Questi a mio
avviso sono i quattro momenti essenziali del social networking e, in generale, di qualsiasi
attività che voglia avere successo. Pensateci: quasi tutti i processi fisiologici che avvengono nei
tessuti - tanto per restare in tema - comportano la comunicazione tra cellule contigue, lo
scambio di metaboliti e di molecole segnale, la collaborazione per l'elaborazione di qualcosa,
una risposta biochimica, la sintesi di materiale. Credo che molte persone abbiano recepito ed
apprezzato questo messaggio "sociale", tanto che è stato persino tema di discussioni durante le
nostre giornate all'università».
caso a parte l’ennesimo numero sul libretto universitario questo esame resterà con noi...resterà
qualcosa di nostro...».
questo corso: mi sarei aspettato varie lezioni su argomenti di informatica, appunti da prendere;
le cose che abbiamo avuto modo di fare, invece, non sono le classiche cose comuni a qualsiasi
altro insegnamento, ma sono attività uniche, che non credo, purtroppo, potremo mai fare da
nessun'altra parte. Sono uniche, ma il bello è che, nonostante questo, hanno comunque un alto
valore didattico. Scrivendo sul blog, leggendo quelli degli altri, scoprendo le funzioni di PubMed,
di Twitter, di Google Docs, Google Maps, e chi più ne ha più ne metta, ho imparato molto. Molto
di più di quanto non avrei fatto studiando su un libro».
presentare questo concetto in modo operativo ed intuitivo: si sono fatte intuire potenzialità, non
fatte memorizzare procedure (il che, al livello in cui ha senso studiare informatica in una facoltà
come questa, sarebbe altamente controproducente). L'unica cosa che personalmente ho
trovato stonasse è la mancanza un po' di senso di sfida: comprensibilmente le attività
assegnate dovevano poter essere svolte da tutti, il che ha reso necessario dare enfasi al ruolo
dei contenuti rispetto a quello dello strumento-computer, ma anche restando in quest'ambito
avrei gradito, penso, almeno una traccia opzionale effettivamente impegnativa».
(da tante teste meglio di una) «e poi...cos'altro aggiungere...caro andreas, meglio di così, ti
sei letto tutte le nostre vicissitudini per 6 mesi, sai gli indirizzi di tutti noi grazie a google maps e
tutte le nostre curiosità morbose sulle malattie grazie a pubmed....direi che anche a te non è
andata niente male...:-)».
è stato in grado di farmi riflettere più di una volta su problemi prima affrontati solo con
superficialità; mi ha fatto apprezzare l'università proprio quando l'atmosfera mi stava
soffocando».
particolarmente, una tra tutte: il seminario “I care”, che ha avuto come conseguenza la mia
decisione di entrare a far parte del “gruppo dei clown”. L’unica cosa del corso, che
probabilmente ho gradito meno, è stata una certa ossessività iniziale da parte del prof nello
“sfornare” compitini... ».
So che i risultati devono essere espressi in numeri in modo da essere più oggettivi possibile, ma credo che i numeri non siano sufficienti per quanto concerne l'attività umana. Per esempio, siamo sicuri che sia possibile descrivere uno stato d'animo solo coi numeri? E, se no, dovremmo ignorare lo stato d'animo degli studenti quando si parla di apprendimento?
Ad ogni modo, abbiamo anche prodotto proiezioni statistiche e la seguente è uno dei risultati di base.
Qui devo assolutamente ringraziare:
Queste persone sono tutte volontari che sono stati coinvolti a trovare connessioni nella rete.