NON SONO MAI STATA BRAVA A SCRIVERE ED E' UNA COSA CHE NON FACCIO CON PIACERE,DETTO QUESTO HO TROVATO TUTTI I FILM CHE CI SONO STATI PROPOSTI UTILI PER CHI ASPIRA A DIVENTARE MEDICO, PER GLI SPUNTI DI RIFLESSIONE ETICI E UMANI IN ESSI CONTENUTI. CERCHERO' QUINDI, SEPPUR IN MODO CONCISO E SENZA FRONZOLI, DI SPIEGARE IL PERCHE'.

12 ottobre 2010: CARO DIARIO di Nanni Moretti, Italia 1993 (IV episodio: Medici) 30'
nel film tutti i dermatologi sono totalmente focalizzati sull'organo di loro competenza tanto da non riuscire a fare una corretta diagnosi nonostante Nanni Moretti presentasse nel film sintomi specifici. Questo film quindi mi ha fatto riflettere sull'importanza di continuare a coltivare una preparazione medica di base generale qualsiasi sia la mia specializzazione futura, così da non agire come un cavallo attaccato ad una carrozza e col paraocchi incapace di riconoscere i segnali più chiari.

19 ottobre 2010: UN MEDICO UN UOMO di Randa Haines, USA 1991:
Il protagonista all'inizio è il classico stereotipo del medico distaccato, che considera l'interazione e la creazione di un dialogo coi pazienti non solo inutile, ma addirittura un intralcio al lavoro da svolgere! Sarà la scoperta di avere un tumore alla laringe a fargli cambiare pian piano opinione sul modo in cui un medico deve trattare i propri pazienti: capirà che un medico non è soltanto un "abile estirpatore del male fisico", ma costituisce soprattutto un fondamentale punto di riferimento per il paziente, una sorta di "ancora di salvezza" cui il malato può all'occorrenza aggrapparsi per non annegare nel mare di paura in cui si ritrova dal momento della diagnosi in poi.
Ciò che io spero quindi è di diventare un medico capace dal punto di vista delle competenze mediche acquisite, ma preservando e anzi implementando se possibile la mia empatia.

16 novembre 2010: IL GRANDE COCOMERO di Francesca Archibugi, Italia 1993, 96'
Spesso si sente parlare del "distacco" tra medico e paziente, di un "limite" che non va superato, ma dopo aver visto questo film mi chiedo: "esiste questo limite? come si può definirlo? e se proprio esiste, è davvero giusto non oltrepassarlo?". Il coinvolgimento emotivo del medico nei casi di cui si occupa è visto da molti come una cosa sbagliata, addirittura come qualcosa che potrebbe compromettere la terapia in sè in certi casi, eppure il medico protagonista del film incarna l'esatto opposto di questi principi: si affeziona, interviene nella vita privata dei suoi pazienti, li ASCOLTA come medico ma ANCHE come uomo, e la morale che questo film sembra trasmettere è che questo approccio FUNZIONA. Questa storia è finzione, si sa, ma il dubbio rimane: e se io mi comportassi così ANCHE nella realtà? perchè non dovrei sperare che il lieto fine ci sia anche nella vita VERA? vale la pena fare dei tentativi, trovando il coraggio per esporsi in prima persona: questa è la mia conclusione.