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Corso di Informatica - Primi passi - introduzione

Page history last edited by Trapani Marco 15 years, 4 months ago

"Insomma, non se ne può più. È da quando ho iniziato ad andare a scuola che devo fare cose che quasi sicuramente non mi serviranno mai ... ora che voglio fare il l'infermiere o il medico o il dentista o il tecnico di laboratorio o quello che volete voi ... mi tocca studiare il computer che non ho mai sopportato! Perché?"

 

La risposta è purtroppo semplice ed ineludibile.

È difficile oggi trovare un lavoro dove ci sia la certezza di non avere a che fare con un computer. È sgradevole ritrovarsi un "nemico" nell'ambito del lavoro e può anche succedere che rifiutarsi di averci a che fare possa significare perdere delle opportunità. La reazione di rifiuto deriva in parte dal fatto che il computer è già entrato nella vita delle persone prima ancora di affrontare il mondo del lavoro, e ci è entrato "per forza", come avviene oggi per tante altre diavolerie.

 

Proviamo allora a discutere questo fatto per sciogliere qualche diffidenza.

 

Il computer è ormai ubiquitario. Lo troviamo infatti in tutti gli ambienti di lavoro, spesso anche più di uno per stanza, e sempre più frequentemente lo troviamo anche nelle nostre case. Questa omnipresenza crea molto fastidio in chi non ha mai avuto modo di usarlo perché genera un senso di esclusione. La nostra società è molto omologante. Si dice che la libertà sia un valore che la caratterizza ma in realtà le persone sono molto condizionate dalle mode e dalle tendenze, in grandissima parte suggeriti dalla pubblicità martellante cui ben pochi riescono a sottrarsi significativamente.

 

Ecco che se non sai usare il computer sei "fuori". Ma fuori da cosa esattamente? Da molto poco in realtà. La caratteristica che distingue il computer da altri congegni è che può servire a fare una grandissima quantità di cose diverse. La stragrande maggioranza degli utenti, anche se ne fa un uso quotidiano, conosce solo una piccolissima quantità di funzionalità e questo non significa assolutamente essere esperto di computer. Fra l'altro, le abilità necessarie per uno qualsiasi degli impieghi più comuni richiedono un addestramento veramente minimale. L'addestramento all'uso del computer oggi consiste principalmente nell'acquisire confidenza con alcuni semplici meccanismi. La "cultura" necessaria ad acquisire questo tipo di abilità è forse paragonabile a quella necessaria per guidare un veicolo. Non abbiano quindi gli inesperti soggezione dei sedicenti esperti!

 

È anche opportuno rilevare che oggi si scambia molto spesso per conoscenza quello che è in realtà solo una generica infarinatura: essere informati e conoscere sono due cose molto diverse. Le cause di questo equivoco sono facilmente riconoscibili nell'eccessiva quantità di informazioni ricevute (ivi comprese quelle ricevute in ambito scolastico), nell'eccessiva quantità di attività e nella conseguente scarsità di tempo disponibile.

 

Per conoscere è necessario acquisire delle informazioni ma poi è necessario capire le relazioni che intercorrono fra tali informazioni ed il contesto cui esse si riferiscono. Solo così le nuove informazioni vengono interiorizzate dando luogo alla conoscenza. Questo processo di apprendimento richiede tempo: per pensare ci vuole tempo. Sembra che questo oggi sia stato dimenticato.

Dimenticato da tutti: genitori, insegnanti, educatori. È chiaro che se il valore dominante deve essere quello della quantità delle informazioni assorbite e delle attività svolte, il tempo diviene un bene destinato ad essere in perenne scarsità. Scarsità di tempo vuol dire scarsità di pensiero e scarsità di pensiero vuol dire superficialità. Queste considerazioni possono sembrare un po' fuori tema ma sono in realtà molto pertinenti a proposito del ruolo del computer nella vita di tutti i giorni.

 

Riassumendo quindi: non abbiate timore di essere irrimediabilmente fuori dal circuito di "coloro che sanno" perché questi sono nella maggior parte dei casi "informati" su particolari aspetti e, in ogni caso, per fare cose normali (torniamo dopo sul significato di questo termine) con il computer non ci vogliono qualità particolari. Tanto per fare un esempio chiaro è di gran lunga più difficile (e più bello ...) imparare a suonare uno strumento musicale!

 

Ancora una precisazione. Il fatto che abbia scritto le precedenti considerazioni in veste di docente di informatica non vi deve far pensare che io mi ritenga esperto e depositario del sapere in materia. Assolutamente! Mi ritrovo a giocare il ruolo di insegnante di informatica solo perché nelle attività che ho svolto sino ad ora il computer è stato sempre un importante strumento di lavoro e così mi è capitato di accumulare una certa esperienza. Questa mia esperienza è tuttavia un po' più approfondita solo in un numero limitato di aspetti e il mondo della Information Technology è talmente vasto ed in evoluzione così rapida che è semplicemente impossibile tenere traccia di tutte le evoluzioni con sufficiente profondità. Per alcuni di voi, esperti in taluni aspetti, sarà anche abbastanza facile toccare con mano i limiti delle mie conoscenze. Non c'è niente di male in questo. La conoscenza in un qualsiasi campo non può essere mai completa per nessuno. Il docente è solo una persona più anziana che può aiutare i più giovani nell'acquisizione delle conoscenze. Non è utile per nessuno credere che il docente sia depositario assoluto di questa conoscenza.

 

Cosa vuol dire "fare cose normali" con il computer? L'espressione ha senso perché la varietà di cose che si possono fare con un computer è veramente grande. Diciamo che con "cose normali" intendo quelle cose che si possono fare anche senza computer e che si facevano normalmente anche prima del suo avvento. Le elenco e le descrivo con linguaggio "normale":

 

  • Scrivere un testo
  • Incolonnare dei numeri e fare dei conti su di essi
  • Preparare un discorso
  • Tenere in ordine una certa quantità di informazioni
  • Spedire una lettera
  • Cercare informazioni
  • Giocare

 

Alcune di queste attività oltre ad essere normali sono anche comuni, il gioco per esempio.

Altre lo sono meno, specialmente se ci figuriamo la vita come era prima dell'avvento del computer. Per esempio, attività quali lo scrivere prima erano praticate da una cerchia di persone relativamente ristretta e spesso in modo occasionale. In effetti, inizialmente la diffusione del computer è stata piuttosto lenta perché questo non rispondeva a nessuna necessità reale della maggior parte delle persone.

Ricordo che, negli anni 70, ove io ero uno studente e per fare la tesi stavo imparando ad usare i grossi computer che circolavano in quegli anni, il padre di un mio amico mi chiese di vedere un po' che cosa si potesse fare con quello strano "Personal Computer" che aveva comprato immaginando che un giorno potesse servirgli nel suo lavoro di amministratore di condomini.

 

Dopo averlo provato con scarsi risultati, profetizzai che quella macchina non avrebbe avuto futuro ... non è andata proprio così! Ora che troviamo il computer in moltissime case dovremmo concludere che tutti si sono messi freneticamente a scrivere, ordinare informazioni e via dicendo. Questo non è vero. Paradossalmente, non può essere vero, perché tali attività richiedono tempo e, come abbiamo osservato prima, il tempo non ce l'ha più nessuno.

È innegabile che in parte il computer rappresenti una necessità fittizia, come avviene per tanti altri prodotti che occupano la nostra vita. In parte tuttavia esso ha favorito la comparsa di modi nuovi e un po' diversi di fare le solite cose normali; in particolare a partire dal momento in cui ai computer si è affiancata la rete che li collega. Per quanto ci sia oggi un enfasi eccessiva sul ruolo del computer e per quanto i reali benefici delle nuove modalità di uso siano probabilmente molto più modesti di quanto si tenda a credere, un valore apprezzabile queste modalità ce l'hanno. Nel seguito cercherò di descrivere con parole semplici cosa ci può offrire concretamente l'uso di un computer commentando l'elenco di attività normali che abbiamo visto prima.

 

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