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Bonacchi Tommaso

Page history last edited by Tommaso Bonacchi 13 years, 5 months ago

PORTFOLIO

Ad ogni incontro devi esprimere i tuoi pensieri sul film proposto editando questa pagina e scrivendo nello spazio sotto a ciascuna domanda

 


12 ottobre 2010: CARO DIARIO di Nanni Moretti, Italia 1993 (IV episodio: Medici) 30'

 

Che ti senti di dire dopo aver visto questo film?

La visione del film che riflessioni ha indotto sulla tua idea della professione medica?

 

Il medico di famiglia

È piuttosto evidente come il medico di famiglia venga tranquillamente scavalcato. Dovrebbe essere il punto di riferimento per i pazienti, parlandoci e visitandoli con una certa frequenza, creando un rapporto aperto, rilassato e di fiducia, all'interno del quale poter parlare il più possibile senza provare vergogna e senza temere giudizi. Dal punto di vista delle conoscenze, dovrebbe averne di vaste, tuttavia penso che non possa per questo permettersi di averle solo approssimative. In fin dei conti, a loro innanzitutto bisognerebbe rivolgersi, anche se si sospetta di doversi far richiedere una visita da un diverso specialista. Eppure sembra venga scansato di frequente, tranne che per risolvere mali minori.
Sicuramente la fama del "medico generico" come professione di ripiego non aiuta ad avere fiducia in questa categoria, né certe perle che talora capita di sentire dagli stessi (dubito sia capitato solo a me) sono lance spezzate in loro favore, facendo pensare che certi medici possano sedersi sugli allori invece di continuare a consolidare e approfondire le proprie conoscenze.

 

Perdita di conoscenze generali, ristrettezza mentale, comportamento autoreferenziale, mancanza di responsabilità

Non sono riusciti a diagnosticare una malattia che, a quanto pare, dovrebbe essere piuttosto facile riconoscere. Possibile che non prendessero in mano un libro di medicina generale da molto? Non ho idea del tempo che questi medici abbiano a disposizione per aggiornarsi sugli argomenti che più li interessano, ma nel lungo periodo dovrebbe pur esserci qualche spazio per rispolverare le basi. Al momento mi appare fondamentale la capacità di riconoscere malattie che, pur non essendo strettamente attinenti alla propria branca di specializzazione, sono caratterizzate da sintomi che possono trarre in inganno coloro che non hanno conoscenze mediche, portandoli a rivolgersi allo specialista sbagliato. Oppure dovrebbero almeno avere l'accortezza di chiedere al paziente se sia stato il medico generico a indirizzarlo, o se sia venuto di sua iniziativa.

Gli specialisti in questione, di fronte a un quadro clinico che forse ha per loro poco senso, preferiscono nascondere la propria mancanza di conoscenze tentando di curare i sintomi o facendo diagnosi strampalate, non verificando quanto supposto, prima per mezzo di una "chiacchierata" col paziente e poi con esami mirati.

Non potrei essere quindi più d'accordo su quanto è stato detto sulla mancanza di quell'umiltà che sarebbe necessaria per ammettere di non essere talora sufficientemente competenti a proposito della situazione di un paziente, e quindi per chiedere il parere di colleghi, se non addirittura per indirizzare loro il paziente. Sicuramente non è facile né ammettere i propri limiti, né riconoscere ad altre persone capacità superiori pur mantenendo fiducia nelle proprie, tuttavia trovo che queste abilità renderebbero la condotta di qualunque medico maggiormente responsabile nei confronti del paziente.

 

Paternalismo, mancanza di comunicazione, mancanze del paziente

Dell'atteggiamento paternalistico di certi medici, ci è stato raccontato e se ne è sentito parlare molto anche al di fuori delle aule. A chi non è capitato un medico che non si è sprecato nello sforzo di far capire cosa stesse accadendo di preciso, cosa sarebbe venuto in seguito e a cosa servisse ciò che stava prescrivendo? Non dico sia la regola, fortunatamente, ma di sicuro non è l'eccezione. C'è però da dire che anche il paziente, da parte sua, dovrebbe far valere il proprio diritto di essere esaustivamente informato riguardo la propria condizione, che vale però anche come dovere di chiedere e insistere a tale fine, non derogando mai ad altri questa sua responsabilità. Ciò vale nonostante sia vero che ci si possa sentire un po' in imbarazzo a chiedere spiegazioni riguardo concetti che possono sembrare banali, sia a chi li ha studiati, che a chi li ha sempre dati per scontati pur non conoscendoli veramente.
Ovviamente ci sono persone che, convinte che la materia sia semplicemente troppo oscura perché possano comprenderla, si affidano ciecamente al medico. Vi sono poi coloro che, presi da altre questioni che ritengono più urgenti e rilevanti, ignorano malattie, di solito ma non proprio sempre, oggettivamente più comuni e meno rilevanti, magari ritrovandosi dopo molto tempo costretti a rivolgersi a un medico per risolvere la seccatura, continuando però ad essere poco interessati alla natura del problema, ma quasi esclusivamente ad avere i farmaci da prendere per rimettersi e continuare le proprie attività. Non che mi sia mai successo. ;-)
Dunque se da una parte sbaglia il medico a non comunicare col paziente, non è meno colpevole il paziente che non pretende maggiore rispetto, tradotto nell'essere reso conscio, e quindi padrone, della propria condizione.

 

Allega tutte le integrazioni che vuoi (articoli di giornale, riferimenti a film, documentari o video, citazioni da libri, poesie, immagini, siti web, ecc.)

 

 


19 ottobre 2010: UN MEDICO UN UOMO di Randa Haines, USA 1991, 124'

 

Che ti senti di dire dopo aver visto questo film?

 

 

 

La visione del film che riflessioni ha indotto sulla tua idea della professione medica?

 

 

 

 

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16 novembre 2010: IL GRANDE COCOMERO di Francesca Archibugi, Italia 1993, 96'

 

Che ti senti di dire dopo aver visto questo film?

 

 

 

La visione del film che riflessioni ha indotto sulla tua idea della professione medica?

 

 

 

 

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30 novembre 2010: LA FORZA DELLA MENTE di Mike Nichols, USA 2001, 99'

 

Che ti senti di dire dopo aver visto questo film?

 

 

 

 

La visione del film che riflessioni ha indotto sulla tua idea della professione medica?

 

 

 

 

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